Il fondo

Vorrei tanto intendere, lasciar spazio ai dubbi e alle sicurezze
ma m’interessano poco queste cianfrusaglie di mezzo.
Sono più interessato alle Essenze,
alla potenza che vincola e libera.

Giungono minuti, impilati
di domande di riverbero ai consigli di ieri,
avanti ieri, qualche giorno fa.

Non resto lì,
mi dispiace,
giusto per chi sente e pensa
che io ignori
o sia preda della tentazione
 in bilico.

La Verità,
(questo è quel che immagino)
è una intera Civiltà
e non un cittadino
e i suoi annuire e disdire.

La Verità,
non si sottopone
né si imballa in cellophane o stagnola
da portare a pranzo al parco
o in viaggio di lavoro.

La Verità,
è il tunnel di una talpa
il tragitto di un pipistrello
la dedizione di una formica.

La Verità
è in ogni piccolo passo
di ogni piccolo insetto

nelle trasmigrazioni
negli stormi
nelle bufere.

La Verità
non la trovi
non sta,
non è caratteristica
né decora sempre gli stessi angoli.

Si sposta
dove il turismo
non annaffia.
Si cela,
dove il velo
trattiene ragnatele e nidi di vespa vasaia.

Nel tuo abbraccio
ora può starci ed essere assente,
nei tuoi vacui pozzi
nel brillio
nell’odore di fermentato.

Nei “mi dispiace”
nel “ora comprendo”

Prima che eri cieca e graffiavi l’aria e la mia pelle
per incedere e annusare.

La Verità
che quando arriva aizza
è ancora nella crisalide
ma sbircia

l’unico punto di luce
che finalmente si mostra,
a un baco convinto
di poter volare.

Non guarda le sue ali
ma il precipizio
che gli ha dato un mezzo.

Il fondo
che fosse buono
costringerebbe allo strisciare,
implicita, fatale,
che si voli.

Pare quasi un amore migliore,

quello che rinuncia a se stesso.

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